«Una birra media, per favore»: frase comune in un qualsiasi bar, pub, ristorante o pizzeria, almeno in Italia. Nel nostro Paese, “birra media” sta infatti ad indicare una birra di misura compresa tra gli 0,4 e i 0,5 litri (più spesso 0,4); in contrapposizione alla piccola (0,2 o 0,25) e alla grande (1 litro).

Una distinzione legata non tanto al tipo di birra, quanto alla volontà di berne di più o di meno; determinando di conseguenza la capacità del bicchiere. In realtà, dal punto di vista storico, la cosa funziona – per così dire – viceversa: poiché ogni birra ha il suo bicchiere, volto ad esaltare al meglio le sue caratteristiche organolettiche, era questo a determinare in che misura andasse servita una certa birra. O meglio, è: perché al di là delle Alpi questa tradizione è ancora viva.

Birra media: quanti ml e quali sono le differenze per paese?

Il caso più evidente è quello di Gran Bretagna e Stati Uniti, dove il termine “pint” (pinta) sta ad indicare al tempo stesso il recipiente, l’unità di misura (568 ml nel Regno Unito, 473 negli Usa) e “una birra” in senso lato. Pressoché tutte le birre britanniche vengono servite in questo bicchiere, diventato una vera e propria icona della tradizione birraria anglosassone; fanno eccezione solo alcune birre particolarmente corpose (come i barley wine, le strong ale scozzesi e le imperial stout) serviti piuttosto nel thistle (letteralmente “cardo”, perché la forma lo ricorda) o nella mezza pinta (detta “half”: letteralmente “mezzo”, ma non nel senso di “misura media” come in italiano, bensì in riferimento all’unità di misura standard).

La capienza è simile in entrambi i casi, ossia metà di una pinta, anche se si possono trovare anche thistle più grandi. La pinta, con la sua tradizionale forma troncoconica e la tipica svasatura subito sotto l’orlo, è l’ideale per contenere la schiuma densa e sottile tipica di queste birre; per quanto negli Usa la svasatura sia scomparsa, e la pinta sia nel tempo assurta a “bicchiere jolly” a livello internazionale per la sua versatilità.

Altro bicchiere emblematico è il boccale tedesco – quello da Oktoberfest, per intenderci – il Maßkrug o semplicemente Maß: dalla tradizionale misura di un litro (anzi, 1,069 litri per la precisione), di pesante vetro, ceramica o porcellana (ma non mancano nemmeno gli esemplari in peltro, legno e metalli anche preziosi), e dotato di manico. Questo è funzionale in particolare a mantenere la birra fresca, sia per l’inerzia termica della massa, sia soprattutto evitando di toccare direttamente il contenitore con la mano: l’ideale dunque per birre come Helles, Märzen e Festbier (ma anche le Bock più leggere), di gradazione alcolica medio-bassa, da bersi fresche e in grande quantità.

Anche in questo caso esiste la (meno diffusa) “dolce metà”, detta appunto Halbe, e utilizzata soprattutto in Repubblica Ceca sia per le birre chiare che per le scure – tendenzialmente più ricche sotto il profilo organolettico rispetto alle controparti tedesche. Non si pensi però che per questo in Repubblica Ceca si beva meno: non solo i Cechi sono in testa alla classifica mondiale dei consumi birrari (oltre 140 litri pro capite l’anno), ma l’usanza nelle birrerie è che, ogni volta che un avventore appoggia sul tavolo un boccale vuoto, arrivi prontamente il rimpiazzo – il segnale di stop è rappresentato dal mettere il sottobicchiere sopra il boccale.

Chi vi scrive, ignorando la cosa, nel suo primo viaggio a Praga si è vista “costretta” a scolarsi ben tre boccali uno dopo l’altro – pure indispettita dal fatto che il cameriere continuasse a portare, e a segnare sul conto, birre non richieste. Merita ricordare che in Germania l’artigianato dei boccali è fiorentissimo, e produce autentiche opere d’arte: in questo caso può esserci anche qualche leggera variazione nella capienza, ma quel che conta è appunto l’espressione artistica.

Qual'è il bicchiere per una birra media?

Naturalmente la Germania, in quanto Paese che conta più stili birrari in assoluto, ha anche diversi altri bicchieri: su tutti il Weizenbecker, il tradizionale bicchiere da Weizen, alto e dall’imboccatura svasata per contenere la schiuma. Qui la misura d’ordinanza è il mezzo litro – non a caso tutte le bottiglie di Weizen hanno questa capacità. Ma c’è anche il meno noto Kölschglas, utilizzato appunto per le Kölsch (le birre di Colonia), cilindrico e dalla capacità di 200 ml; simile al più tozzo Altglas, utilizzato per le Altbier di Düsseldorf, dalla capacità di 250 ml.

Da non dimenticare infine il Pilsner Glas, noto in Italia anche come “colonna da Pils”, uno snello recipiente troncoconico dalla base solida che varia in capacità dai 200 ai 400 ml. Un bicchiere pensato per agevolare la formazione del colletto di schiuma, e per mettere in evidenza limpidezza e perlage di questo stile – la Pils – grazie alla sua particolare trasparenza. Per le Bock più forti e Doppelbock, poi, è d’uso anche il calice.

Ha un po’ meno stili birrari, ma comunque un gran numero di bicchieri, il Belgio. Il più iconico e senz’altro la coppa utilizzata per le birre trappiste, generalmente servite da bottiglie da 330 ml e quindi di capienza conseguente: adatto a birre complesse e dal tenore alcolico importante, che esprimono del loro meglio se scaldate con il palmo della mano.

All’altro estremo troviamo il bicchiere da Blanche – che personalmente mi ha sempre ricordato un secchio, come forma: largo, tozzo, di vetro spesso, con una sorta di zigrinatura alla base che fa sì che il calore della mano viceversa non si trasmetta. In questo caso, trattandosi di una birra fresca e leggera, la capienza può arrivare anche a mezzo litro – detto Demi. Altro caso ancora sono le fermentazioni spontanee, servite generalmente in flûte da 200 ml.

Naturalmente questi sono solo alcuni dei bicchieri più diffusi, e ce ne sono molti atri da scoprire; i due concetti di base sono comunque da un lato il fatto che ciascun bicchiere è pensato per una o per una classe di birre specifiche, così da esaltarne le caratteristiche; dall’altro che c’è una relazione, per quanto non sempre univoca, tra il tipo di bicchiere e la sua capacità. Anche in Italia – la patria, come dicevamo della “birra media”, e quindi del concetto inverso – si stanno comunque imponendo attenzioni di questo tipo: può capitare in alcune birrerie che per un certo stile venga proposta la “misura unica”, in relazione appunto al tipo di bicchiere. Prosit!

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