da Adrian Tierney-Jones
Giornalista della birra Year 2017
07 maggio 2019
Alla scoperta della birra Pale Ale
Cosa vuol dire Pale Ale?
La traduzione letterale dall’inglese ci dice “pallido”, il che fa pensare ad una birra molto chiara e pallida, come un fantasma (oppure una birra che ha appena visto un fantasma), una presenza eterea ed una birra quasi invisibile nel bicchiere. E quando pensiamo al significato di pallido lo associamo sempre a qualcosa senza colore.
Le persone sono pallide quando sono malate oppure quando vengono beccate con le mani nel sacco mentre fanno qualcosa che non devono fare. Il cavaliere pallido è un presagio di sventura. Eppure quando si versa una Pale Ale, che sia di stile americano o inglese, i colori che vengono fuori sono bronzo rame, oro scuro schiacciato e sfumatura ambrata.
La Pale Ale più famosa: Sierra Nevada Pale Ale
Ecco il classico esempio moderno dello stile della birra, che ha trasformato l’idea di Pale Ale negli anni ‘80 e che è diventata il simbolo in assoluto: la birra Sierra Nevada Pale Ale, prodotta da Ken Grossman. Le caratteristiche che la differenziano da tutte le altre sono il suo colore rame con riflessi dorati, abbastanza limpido ma con piccole particelle di lievito e con una schiuma ocra molto fine e cremosa. Ha un aroma di arancia e agrumi, un gusto leggero e non troppo pesante, con un suggestivo sapore di cereali. È corposa, inebriante sulla parte anteriore del palato e biscottosa sulla parte centrale, poi secca e amara sul finale. Questa è la moderna birra Pale Ale, dalla quale hanno preso ispirazione tutte le altre Pale Ale moderne.
Verrete catturati dal profumo del luppolo Cascade e dal perfetto equilibrio dei luppoli fruttati con la granulosità biscottata. Senza la creazione di Ken Grossman, la vecchia cugina IPA avrebbe dominato il panorama della birra? Chi può saperlo?
Voglia di una Pale Ale
La domanda adesso è: quale è il momento perfetto per una Pale Ale? In quale momento birroso rientra?
Come prima cosa, si tratta di una birra conviviale, ottima quando si scambiano quattro chiacchiere con amici e parenti. È luminosa e fresca, inebriante nel suo aspetto. Si tratta di una birra luppolata, ma non ha l’influenza ed il peso di una IPA. Anche se, vista l’evoluzione dei tanti stili (per esempio fruttato, double, Brut, ecc.) non si esclude l’idea che magari un giorno possa diventare un’altra espressione di IPA.
La Pale Ale ha anche un lato gastronomico. Riesce ad abbinarsi benissimo con gli antipasti grazie al suo gusto leggero e fruttato, ma è anche una birra perfetta per un barbecue, per esempio, con pollo e verdura grigliata. Per non parlare poi dell’eccezionale abbinamento con i formaggi blu stagionati.
Il grado alcolico della Pale Ale
Nella media la maggior parte delle Pale Ale si aggirano tra il 4.5% e il 6.2% di alcol. Ma ci sono alcune eccezioni. Basti pensare alla Moor Revival che ha solo il 3.8% di alcol. Nel versarla sarete travolti dal profumo di mango, pino ed un pizzico di spezie. Ogni sorso rivela un leggero gusto di frutto tropicale, una granulosa dolcezza ed un sapore più amaro. Freschezza è la parola chiave per gustare questa birra.
La birra Pale Ale, sia americana sia inglese, era inizialmente caratterizzata solo da luppoli e dal malto. Al giorno d’oggi invece la situazione è ben diversa vista la grande varietà nei sapori; ne sono esempio la Scotland’s Fallen’s Peaches e la Cream Pale Ale che sono prodotte con l’utilizzo di vaniglia, pesca e lattosio.
Pale Ale: cosa rappresenta questo nome? Parecchio, a quanto pare.